Antonino Caffo
La domanda è: il Galaxy S9 arriverà al CES di Las Vegas oppure al Mobile World Congress di Barcellona? Tra i due eventi ballano meno di due mesi, un’eternità per chi non sta nella pelle nell’attesa del nuovo smartphone di Samsung.
La strategia potrebbe essere questa: piccolo anticipo sotto forma di video e specifiche dopodomani negli Stati Uniti e presentazione ufficiale in Catalogna il 25 febbraio. Fino a quel momento il brand numero uno al mondo in fatto di telefonini non rivelerà nulla di compromettente.
Non ci resta allora che mettere assieme i numerosi leak, le indiscrezioni che nelle ultime settimane hanno riempito forum e blog specializzati, per capire cosa di vero ci sia intorno al successore del rivoluzionario Galaxy S8, che ha dato il via al trend dei cellulari full vision, tutto schermo e senza bordi.
Galaxy S9: indiscrezioni e progetti
La cover di Ghostek del Galaxy S9
Credits: BGR
Un’idea del Galaxy S9
Credits: OnLeaks
Alcune ipotesi del Galaxy S9
Alcune ipotesi del Galaxy S9
Alcune ipotesi del Galaxy S9
Alcune ipotesi del Galaxy S9
Alcuni schemi del Galaxy S9
Alcuni schemi del Galaxy S9
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Il design
Poco, o quasi nulla, cambierà rispetto all’attuale modello S8. Non vi è margine per modifiche nette nell’estetica del terminale, visto che frontalmente a farla da padrone è sempre il solo pannello touch. Impossibile ipotizzare qualcosa di diverso, se non nella presenza di sensori ulteriori nella parte alta dello chassis.
Quali? Beh, prima di tutto una doppia fotocamera per i selfie, simile a quella a bordo del Galaxy A8 2018, e poi un chip per la ricostruzione del volto in 3D, concorrente del Face ID dell’iPhone X.
Camera doppia sul Plus
Più evidenti i cambiamenti sulla parte posteriore, dove il sensore per la lettura del polpastrello verrà posizionato sotto la fotocamera, per essere più facilmente raggiungibile. Sul retro vi è la principale differenza tra il Galaxy S9 e il Galaxy S9+.
Sul primo la fotocamera è ancora singola mentre sul secondo acquista una doppia ottica, identica a quella sul Galaxy Note8. Una scelta che farà storcere il naso a chi vorrebbe un dual-cam in un corpo più ridotto ma lineare al progetto di differenziare maggiormente i due prodotti, anche in termini economici, come fa Apple con iPhone 8 e iPhone 8 Plus.
Potenza e controllo
Spesso ci si sofferma a immaginare l’aspetto estetico di un telefonino dimenticando che le vere innovazioni sono all’interno. Qui la strada da seguire è più semplice perché dettata dall’uscita delle più recenti novità in ambito hardware. Il punto centrale è dunque il processore Snapdragon 845, che per il mercato occidentale sarà l’Exynos 9810, in pratica un chip identico a quello di Qualcomm ma marchiato con il brand casalingo.
Che dire? Questo sarà il vero banco di prova nei confronti di Huawei e di Apple, che con i loro Kirin 970 e A11 Bionic hanno aperto la strada alla possibilità di avere in tasca un telefono potenzialmente più intelligente, anche se nei fatti l’abilità smart deve ancora concretizzarsi.
Non è il Galaxy X
Chi si aspetta un dispositivo che visualizzi ologrammi e altre stranezze del genere rimarrà deluso, così come i fan che pensano che il Galaxy S9 sia in realtà uno smartphone con doppio schermo. Quest’ultimo esiste, ma risponde al nome di Galaxy X e solo i tecnici coreani sanno quando e dove arriverà, se mai arriverà nel corso del 2018.
Migliorare non è semplice
La verità è che migliorare l’S8 non è per nulla semplice, soprattutto dal punto di vista dell’interazione dell’utente con il sistema operativo. Archiviato l’aspetto del lettore di impronte e della fotocamera, cos’altro potrebbe mai contenere di così sensazionale il telefonino? Dettagli, piccoli aggiustamenti per spostare più in là l’eccellenza raggiunta la scorsa primavera.
Funzioni extra
Ecco allora un’uscita audio stereo, un fast charging più rapido e un assistente vocale Bixby davvero utile, in grado di capire cosa serve e in che momento, senza starsene lì sornione ad aspettare un comando.
Tecnologia proattiva la chiamavamo anni fa (ricordate Cortana e il machine-learning per la massa?); finora è solo un Godot 2.0, un Ulisse che come Penepole attendiamo tessendo la tela su un display digitale.
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